venerdì 26 giugno 2009

Ufficio Risparmio Energetico, Terza Parte

Terza ed ultima puntata. Ci eravamo lasciati prima dei consigli su come risolvere il problema dello spreco di carta; soluzione ottimale per nulla faticosa è dotare gli uffici di contenitori adatti al riciclo, con conseguente utilizzo di carta riciclata. Per grosse compagnìe e aziende statali sarebbe bello vedere un vero e proprio circuito tra uffici, luoghi del riciclo e ancora uffici, così da utilizzare potenzialmente per la maggior parte sempre la stessa carta. Nell’immediato e senza sognare troppo, questo lavoro lo si può fare in maniera più tradizionale usando come fogli per gli appunti il retro di stampe ed altro materiale destinati al cestino.
Concludiamo con una breve carrellata di raccomandazioni: per spostamenti di uno-tre piani evitare di prendere l’ascensore, l’energia che risparmiate la perdete in calorie! Occhio alle luci dell’archivio: se le lasciate accese lo potrebbero rimanere per giorni prima che qualcuno ci torni! Se ci sono macchinette del caffè, staccarle la notte, così come qualunque altro apparecchio in stile distributore, dopo aver verificato la compatibilità dell’operazione con la deperibilità degli elementi.
20% - Mettendo in pratica in consigli di questi tre post sugli uffici ecocompatibili si arriverà a risparmiare fino al 20% di energia, il che anche per chi non è interessato all’ambiente rappresenta un particolare invitante dal punto di vista economico. Per chi ama pensare in grande, infine, c’è il realizzabilissimo sogno di un ufficio dotato di finestre di pannelli solari, con mini pale eoliche sui tetti e tutto ciò che gli permetterebbe di avere impatto zero sul nostro bellissimo pianeta.

Usciti dall’ufficio, nei prossimi post ci occuperemo di risparmio energetico in casa.

Fonte: Il Risparmio Energetico in Ufficio-Agenzia delle Entrate

martedì 23 giugno 2009

Ufficio Risparmio Energetico, Parte Seconda


Torniamo ad occuparci delle buone abitudini in ufficio, e partiamo dai condizionatori: la loro temperatura non va impostata mai oltre i sei gradi in meno rispetto all’ambiente esterno; insomma, se fuori ci sono 31 gradi, vi basta mettere il condizionatore ai 25 per sentirvi sollevati, e più cercate di refrigerarvi più contribuite al riscaldamento del pianeta! Importante è anche spegnere i dispositivi della temperatura una mezz’ora prima di abbandonare la stanza per abituarsi meglio alla temperatura esterna e risparmiare un po’ di CO2. Non dimenticare infine che il deumidificatore è un’ottima alternativa al condizionatore: diminuendo l’umidità dell’aria il corpo umano percepisce un calore minore, lavoro che questo apparecchio fa con minore spreco di energia rispetto al condizionatore.

ACQUA - Adesso il consumo di acqua, che non sembra essere prioritario in ufficio, a meno che non si contino quanti rubinetti, scarichi e tubature vi sono presenti: è dunque importante segnalare ogni tipo di perdita appena la si avvista; usare correttamente i pulsanti di selezione poca/tanta acqua posti sui servizi igienici; non lasciare scorrere l’acqua mentre ci si insapona o ci si lavano i denti; spegnere i boiler elettrici per il riscaldamento dell’acqua (apparecchi tra i peggiori nello svolgere le loro funzioni in rapporto ai consumi).

CARTA - Arriviamo così alla carta, il cui consumo in ufficio è di gran lunga superiore alla media delle altre attività; lo spreco di carta è dannoso due volte: uno perché causa (dice niente cellulosa?) l’abbattimento di alberi, risorse naturali e alleati nello smaltimento dell’anidride carbonica nell’aria; due perché più si spreca, più si produce, più si emette, più si inquina. Nel prossimo post qualche interessante soluzione “cartacea” e le conclusioni di questo “tour nella vita d’ufficio”.

sabato 20 giugno 2009

Ufficio Risparmio Energetico


Come promesso, una serie di post sulle piccole attenzioni che dovrebbero accompagnare la nostra quotidianità e di cui l’ambiente ci sarebbe grato. Iniziamo con tre appuntamenti dedicati alla vita in ufficio per poi trasferisci, in un’unica soluzione, nei meandri elettronici della casa.

Risparmiare energia in ufficio è sicuramente un pezzo importante nella salvaguardia dell’ambiente, visto il numero di “stanze impiegatizie” sparse sul territorio. E’ un modo per mettere insieme le parole “sviluppo” e “sostenibile” ,che troppo spesso rimangono come formule vuote nella bocca di politici, imprenditori e amministratori. I consigli sono però rivolti più che altro agli impiegati, ma anche dirigenti e direttori hanno le loro responsabilità.
Come fare la nostra piccola parte quando siamo al lavoro magari davanti ad un computer? Innanzitutto la posizione della scrivania e del Pc devono essere ottimizzate in relazione alle finestre, in modo da sfruttare la luce naturale potenzialmente per tutte le ore lavorative; per lo stesso motivo, evitare tendaggi troppo scuri o troppo chiari. Spegnere sempre le luci in stanze non occupate può sembrare un consiglio ovvio; lo è meno quello di usare lampade fluorescenti al posto delle normali lampadine: funzionando con reattori elettronici, consumano meno. E’ comunque utile dotarsi in generale di lampadine a risparmio energetico, ormai facilmente reperibili sul mercato e non più sproporzionatamente costose rispetto alle altre. Importante è che gli elettrodomestici (compresi pc e tv) vengano sempre sempre sempre spenti dagli appositi pulsanti e non lasciati in stand-by, condizione nella quale sono in grado di consumare altissime percentuali di energia; se tutti gli italiani seguissero questo consiglio, si potrebbero spegnere tre centrali elettriche di media potenza!

CLIMA - Passiamo alle noti dolenti: riscaldamento e condizionatore. Nel primo caso dobbiamo tenere in conto di due variabili, ovvero che la temperatura ideale per riscaldare una stanza è quella di 20° e che quando una persona vi entra essa sale dopo una mezz’oretta di circa 1-2°; ergo, la pompa di calore impostata sui 18° e non sui 20° ci fa risparmiare energia e ci lascia comunque in condizioni ottimali. Da tenere presente che ogni grado in più causa un aumento del consumo di combustibile del 7% circa in un anno.
Per i consigli sul “refrigeramento stanza” e l’utilizzo di acqua e carta, appuntamento al prossimo post!

Fonte: Il Risparmio Energetico in Ufficio-Agenzia delle Entrate

mercoledì 17 giugno 2009

L'Ambiente conviene!


Sembrano essere finiti i tempi nei quali il rispetto dell'ambiente era roba da ecologisti ideologizzati che non mettevano in conto quanto esso fosse in conflitto col sistemae conomico. Le ragioni dell'ambiente quel sistema lo hanno modificato con pazienza e tenacia, e finalmente lo studio "Lavori a basso contenuto di carbonio per l'Euopa" del Wwf è foriero di sorrisi; in esso si lege infatti che "nel Vecchio Continente le attività economiche verdi stanno superando le industrie inquinanti in termini di occupazione. Sono infatti almeno 3,4 milioni i lavoratori impiegati nei settori delle energie rinnovabili, della mobilità sostenibile e dei beni e serivizi per l’efficienza energetica, contro i 2,8 milioni di occupati nelle industrie climalteranti, come quelle estrattive, dell’elettricità, del gas, del cemento, del ferro e dell’acciaio".


I maggiori meriti vanno a Germania e Spagna, prime della classe nell'eolico (qui si aggiunge la Danimarca ex aequo) e nell'enrgia solare. Naturalmente in tutto questo l'Italia arriva sempre a metà partita: se nel mercato tedesco ci sono 17.400 impiegati per il solare termico, in Italia il dato è 3.000. Possiamo sperare che l'Europa unita sia ancora una volta uno stimolo ad uscire da alcune sabbie mobili per il nostro paese, le cui istituzioni dovrebbero impegnarsi di più nel finanziare le imprese ecocompatibili in tutti gli strati del mercato, e investire di più nella divulgazione delle nuove norme/agevolazioni soprattutto per piccole e micro-imprese. Solo così si innescherà quel circolo virtuoso che ci permettrà di ritrovarci ad abitare questo pianeta ancora per secoli.

domenica 14 giugno 2009

Perchè no?

Questo post è diverso dagli altri proposti fino a qui, ed è forse il tipo di testo che meglio si sposa con le caratteristiche di un blog. Se chi sta leggendo pensa di impegnarsi già abbastanza per il rispetto dell'ambiente può fermarsi anche qui. In caso contrario, può fermarsi a riflettere. In questo momento, quanti elettrodomestici e apparecchi vari sono in funzione in casa? Quanti di essi sono accesi per un reale motivo? Sono innumerevoli le piccole accortezze quotidiane da mettere in pratica e che per il singolo sono un'inezia, ma trasportate in una dimensione di massa avrebbero un effetto importante sul benessere del pianeta.


Ad esempio, un televisore in stand by (con accesa la lucina rossa di quando si spegne con il telecomando), consuma fino al 20% di energia; basta spingere il pulsantino e con un'azione che non ci costa nula risparmiamo un sacco di energia. Stesso discorso per i pc. E i caricabatterie del cellulare? Assorbono anche quando non c'è attaccato il telefono: a fine carica, basta staccarlo dalla presa. Per non contare gli assurdi consui d'acqua ai quali siamo abituati, o la cattiva abitudine di lasiare le luci accese in una stanza dalla quale si esce solo perchè ci si rientrerà dopo pochi minuti. Infine, che ci costa differenziare almeno la plastica e il vetro? Materiali talmente comuni e riconoscibili che impegnarsi a gettarli in appositi cestini difficilmente ci sconvolgerebbe nei ritmi di vita. Sono raccomandazioni generiche che ci servono per introdurre quelli che saranno gli argomenti dei prossimi post: come possiamo ridurre il nostro impatto sull'ambiente con un minimo sforzo costante?

mercoledì 10 giugno 2009

Tartarughe, calabresi per prime

Tartarughine appena nate

E’ la Calabria ad aggiudicarsi il primo nido stagionale di tartarughe marine. Ricercatori del Dipartimento di Ecologia dell’Università omonima della regione hanno fatto la felice scoperta nell’ambito del progetto di monitoraggio “Tartacare”, che ha visto nascere dal 2000 ad oggi più di 4000 tartarughe. La deposizione delle uova sarebbe avvenuta nei giorni scorsi sulla costa ionica reggina detta “dei Gelsomini" e la schiusa si attende per metà Luglio. I tempi sono in anticipo rispetto alla media degli anni scorsi, forse una delle ormai innumerevoli ripercussioni dei cambiamenti del clima e delle temperature.


La specie in quesione è la Caretta Caretta, che proprio nella Costa dei Gelsomini trova l’area di massima nidificazione rispetto a tutto il territorio nazionale. Ma le tartarughe marine in generale sembrano trovare, è il caso di dirlo, terreno fertile su questo tratto di mare: vi sono situati ben il 70% dei nidi italiani.




venerdì 5 giugno 2009

Volterra dice no alle energie rinnovabili


RINNOVABILE VIETATO - Il colmo per le energie rinnovabili? Semplice, deturpare il territorio.

Non è l’ultima barzelletta da bar, è quello che succede a Volterra, provincia di Pisa. Il comune, noto per essere location della saga vampirica di Twilight, è il primo posto in Italia a vietare l’energia pulita. Mentre in Puglia si va decisi verso l’eolico, un po’ più su le cose sono diverse.

Un’ordinanza comunale impedisce, infatti l’installazione in tutto il territorio comunale, borgo e colline toscane, di impianti eo­lici standard e limita l’uso dei pannelli solari. Non installabili nella cittadina, quest’ultimi, ma solo in siti industriali e, per uso proprio, in zone fuori le mura di non particolare pre­gio.


LE MOTIVAZIONI - Le motivazioni della singolare ordinanza riguardano la difesa dello scorcio paesaggistico: Volterra è, infatti, uno di più suggestivi centri cittadini di tipo medievale.

“Una decisione saggia che tutela il paesaggio e il valore ar­tistico della nostra città - spie­ga il sindaco Cesare Bartaloni (Pd) -. Un provvedimento che non è contro l’energia rin­novabile. Non si possono issa­re pale enormi accanto a cam­panili e cattedrali o deturpare i tetti di antichi palazzi da sfilze di pannelli solari”.



GLI AMBIENTALISTI - Diversa l’opinione delle associazioni ambientaliste, secondo cui è un vero controsenso che proprio a Volterra, “Comune famoso per aver autorizzato industrie chimiche a deturpare il sotto­suolo e ad inquinare i fiumi”, sia stata presa questa decisione che, tra l’altro, altera anche i rapporti di concorrenza economica, sfavorendo le aziende che operano nell’ambiente.

I Verdi e le altre associazioni ambientaliste hanno annunciato una marcia dimostrativa proprio a Volterra.


AMBIENTE E PAESAGGIO - In effetti è complesso immaginare pali eolici accanto a torri medievali, o pannelli solari sul tetto di costrizioni vecchie secoli e uniche al mondo. Ma siamo sicuri che qualcuno non abbia trovato, a suo tempo, insensato installare tralicci elettrici negli stessi posti? In quel caso la forza del progresso, per una strana congiuntura corrispondente a quella delle potenze economiche, ha avuto la meglio.

E se il progresso di oggi fossero le energie rinnovabili? Si può fermare tutto solo per non cambiare il paesaggio?




Visualizza Volterra (PI) in una mappa di dimensioni maggiori

mercoledì 3 giugno 2009

Anche Volvo punta sull’ibrido



Continuiamo ad occuparci di auto ecocompatibili. Dove si carica la batteria? E’ la domanda che spesso si pongono gli automobilisti di fronte ai progetti di auto elettriche o ibride. Così varie case automobilistiche hanno pensato di sviluppare, in parallelo alle automobili rispettose dell’ambiente in cui si muovono, partnership con aziende energetiche immerse nel campo delle emissioni zero; dalla Nissan alla Daimler ( coinvolte tra le altre l’azienda lombarda A2A e l’Enel), arriva ora il turno della Volvo, che sigla un accordo con la svedese Vattenfall.

L’intento della casa automobilistica è quello di presentare al mercato entro il 2012 auto ibride (diesel più energia elettrica); la novità sta nel “plug-in”, ovvero la possibilità di ricaricare la batteria anche con una normale presa domestica o in apposite colonnine in stile distributore ( e qui entrano in gioco le aziende energetiche). Primo esperimento è una Volvo V70 che consuma, con il solo motore diesel, solo un terzo del corrispettivo a benzina e rilascia la pochezza di 50 grammi di Co2 al kilometro.










Fonte: www.corriere.it

sabato 30 maggio 2009

A Firenze il futuro della terra


TERRA FUTURA, FIRENZE - Buone pratiche di vita e di governo verso un futuro sostenibile: Terra Futura, la mostra-convegno sulla sostenibilità ambientale arriva alla sua sesta edizione.

L’evento si è aperto, infatti, ieri, venerdì 29 maggio, nell’area espositiva della Fortezza dal Basso, a Firenze, e andrà avanti fono a domenica 31 maggio (il programma).

IL TEMA - La green economy e le sue possibilità sono al centro dell’edizione di quest’anno, e proprio a questo tema è dedicata la maggior parte degli appuntamenti della mostra. Perché questo tema? Secondo gli organizzatori di Terra Futura, i dati parlano chiaro: In un solo anno, nel mondo, sono aumentati di 1,5 milioni gli ettari di terreni coltivati con metodi di agricoltura biologica (32 milioni per 1,2 milioni di produttori) e sono in crescita anche i fatturati delle aziende che, nei più svariati campi produttivi, sono certificate dal punto di vista bio ed ecosostenibile.

Al centro dei dibattiti e dei seminari, dunque, commercio equo, responsabilità sociale d'impresa, finanza etica, agricoltura biologica, diritti umani, ambiente, energie rinnovabili, turismo responsabile.

GLI EVENTI - Tra gli eventi segnaliamo la prima “borsa delle imprese responsabili”, un momento d’incontro tra aziende private e enti pubblici attenti al tema della responsabilità e della sostenibilità ambientale.

In esposizione, poi, tutta una serie di esempi virtuosi: dall'Electrolux, salvata dalla riconversione all’energia solare, al turismo sostenibile; dal latte alla spina alle filiere corte, dall'agricoltura sociale alla sostenibilità abitativa, dalla prima «cola» preparata con ingredienti del commercio equo agli articoli di cartoleria realizzati utilizzando gli escrementi di elefante ed evitando il taglio di alberi per produrre carta, fino al forno alimentato con l'energia solare per produrre pizze ecologiche.

VERSO UN MONDO SOSTENIBILE - Sullo sfondo, la società contemporanea, nella quale i temi dell’ambiente si coniugano con le nuove teconologie, la guerra, la solidarietà, lo sport e il welfare.

Il messaggio di Terra Futura è chiaro: non si tratta solo di ecologia, né solo di economia. L’intero stile di vita dovrebbe essere riconvertito in modo sostenibile, tanto più che la crisi economica ci ha messo di fronte agli errori e alle storture del modello di vita che fin’ora abbiamo seguito.

E mentre Legambiente lancia l’ennesimo allarme sul global warning, siamo alla vigilia del G8 a L’Aquila, dove i grandi del pianeta dovranno rispondere alle attese di chi vorrebbe finalmente vedere azioni concrete per la salvaguardia del pianeta.

Terra Futura è una realtà ormai affermata dove questi temi sono affrontati con competenza, dove si propongono soluzioni e dove si guarda al futuro sotto una luce diversa…una luce verde, ovviamente.




lunedì 25 maggio 2009

La Puglia innamorata del vento


La regione Puglia punta ancora tutto sull'eolico. Tramite un comunicato diffuso dall'Assessorato Regionale all'Ecologia l'amministrazione Vendola ha reso pubblico il progetto di potenziare la produzione di energia ricavata dal vento di altri 120MW. La palla passa adesso alla Conferenza dei Sevizi dello Sviluppo Economico, la quale dovrà dare il via libera per i lavori.
L'assessore Losappio ha espresso la volontà della Regione di diventare la prima per produzione di energia pulita; dall'inizio dell'anno sono state approvate le proposte di costruzione di ben 205 aerogeneratori, i quali verranno installati in 20 comuni diversi e produrranno 560Mw di energia.

Fonte : http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/

sabato 23 maggio 2009

Arriva il telefono solare


Se l’energia solare può illuminare un’abitazione, o addirittura un’intera città, perché non dovrebbe permettere di ricaricare un semplice telefono cellulare?

A rispondere a questa semplicissima domanda ci ha pensato Sharp, che pochi giorni fa ha lanciato sul mercato, lo Sharp Hybrid 936 SH


Nel cellulare è integrato un piccolo pannello solare con dei moduli fotovoltaici che possono ricaricare la batteria del telefono. In ogni caso questo telefonino può essere ricaricato anche nel modo classico, utilizzando il caricabatterie da collegare alla rete elettrica.

Inoltre, per non sprecare neanche un raggio, il Solar Hybrid è in grado di ricaricarsi automaticamente durante l’uso all’aperto, ed è dotato di un rivestimento che lo rende completamente impermeabile all’acqua.


La casa produttrice giapponese ha, così, risposto a un problema sollevato da più parti, e messo in evidenza anche in occasione dell’earth day dello scorso 22 aprile: lo spreco di energia legato ai cellulari – spesso tenuti sotto carica più del necessario – è pari all’energia utilizzata per illuminare ben 85 mila case in un anno.




Per ora i mini-pannelli solari sono solo un’alternativa in caso di necessità, qualora non si potesse caricare il telefono tramite la rete elettrica, ma pensiamo che questi piccoli passi segnino la direzione da seguire per salvare il pianeta da una crisi ambientale annunciata, quanto troppo spesso sottovalutata.

venerdì 22 maggio 2009

L'talia da Salvare


Campagna congiunta di Corriere della Sera e Wwf per la salvaguardia delle bellezze ambientali italiane.


In questi giorni si sono moltiplicate segnalazioni e denunce di abusivismi e scempi ambientali nella nostra penisola; il problema, che affonda le radici nei decenni che ci hanno preceduto, inizia ad emergere in maniera importante. Il Corriere della Sera e il Wwf lanciano così un'iniziativa volta a sfruttare la rete per salvaguardare le bellezze ambientali della nostra Italia. Per partecipare alla campagna basta inviare un' e-mail all'indirzzo italiadasalvare@wwf.it con i propri dati e quelli del luogo interessato, corredati da foto o video che ne dimostrano la bellezza e le brutture causate dalla mano dell'uomo. Un tentativo di vincere dal basso le violenze all'ambiente, dato che dall'alto troppo spesso ci si limita a programmi e promesse che finiscono nel cestino. Anzi, magari vengono buttati anche per terra.

domenica 17 maggio 2009

I lettori di Green World bocciano la Prestigiacomo


Il 52% dei lettori di Green World ritiene, rispondendo al sondaggio* qui proposto, "Molto negativo" l'operato del nostrano Ministero dell'Ambiente capeggiato da Stefania Prestigiacomo (il quesito del sondaggio era "Come giudichi l'operato del governo ialiano in materia di ambiente ad un anno dalla sua elezione?"). Un giudizio senza appello dunque, rafforzato dal "Poteva fare meglio" che con il 17% dei voti si piazza in seconda posizione. La terza piazza è per chi non percepisce nemmeno la presenza istituzionale in materia di tutela ambientale ( "Perchè esiste anche un ministero dell'Ambiente" ottiene il 23% dei suffragi). Solo il 5% per "Non male", mentre rimane totalmente a secco la voce "Insuperabile".

* Il suddetto sondaggio, dato l'esiguo numero di partecipanti, non ha e non vuole avere una rilevanza statistica più ampia di quella che attiene strettamente ai lettori del blog.

venerdì 15 maggio 2009

La mobilità ad aria compressa

Quante volte da bambini abbiamo sognato di avere quei fucili ad aria compressa che sembravano il non plus ultra del divertimento? Sarebbe bene se adesso sognassimo di avere l’auto così. Non è uno scherzo, ma la frontiera aperta dall’azienda francese MDI (Motor Development International) che ha brevettato “Airpod”, una minivettura che sostanzialmente potrebbe essere descritta così: no carburante, no emissioni. Struttura in vetroresina, un joystick al posto del volante, lunghezza di circa due metri, velocità massima 70 km orari. Ma soprattutto, con un pieno di aria compressa del costo di circa un euro è in grado di percorrere fino a 200 km.

Logico che novità come queste suscitino diffidenze, ma una importante conferma della genuinità del progetto è data da un esperto di motori del giornale londinese The Guardian che, recatosi a Carros, sede centrale della MDI, ha certificato il funzionamento del veicolo. Inoltre, dall’aeroporto Schiphol di Amsterdam fanno sapere che dal prossimo mese alcune auto di servizio, già elettriche, saranno sostituite da “Airpod”.




Il costo delle attuali vetture, dotate di tre ruote e capaci di ospitare 3 persone, è di circa 3500 euro. Ma è già in cantiere un modello avanzato dotato di cinque porte e capace di raggiungere i 110 km orari. Senza contare la sperimentazione di modelli ibridi per i viaggi più lunghi. Queste nuove sperimentazioni saranno presentate sul mercato a fine anno, e se dovessero funzionare, sarebbero potenzialmente applicabili ad ogni mezzo di trasporto di terra e di mare oggi conosciuto, dai taxi alle barche. Serve sottolineare la svolta?


Visualizza Carros in una mappa di dimensioni maggiori

mercoledì 13 maggio 2009

Casa Ecologica: tutta salute!


Continuiamo ad occuparci di casa. Sulla rivista “La nuova ecologia” l’esponente di Rivaviva Cristina Riva spiega come si concepisce e costruisce una casa ecologica.
Sotto la lente i problemi di salute che possono scaturire dall’uso di sostanze tossiche nella struttura, dalla presenza di campi elettromagnetici e dalla mancanza di luce naturale.
Spesso i materiali cementosi dei pavimenti emettono esalazioni plastiche aggravate dalla mancanza di aperture verso l’esterno.

E allora? Innanzitutto la stanza da letto, dove si passa circa un terzo della giornata: pareti in legno massello,assemblati con soli prodotti naturali e senza colle o materiali ferrosi, materassi ecologici così come tappeti, tendaggi e simili. E per il resto della casa sistemi di risparmio energetico e regolazione di calore e luce, ampie finestre isolate sia termicamente che per i rumori. E poi: si al legno, al cotto e alla pietra, no alla plastica, all’alluminio e al cemento isolato.
Il tutto può costare un po’ di più, ma ne va, oltre che della salute del pianeta, anche della propria in termini diretti: in una casa ecologica si respira aria pulita, con tutti i vantaggi sistema respiratorio e cardiocircolatorio.

sabato 9 maggio 2009

arrivano le case senza rete - e senza bollette.


Abitazioni off grid

Abitazioni, gruppi di edifici o intere aree industriali totalmente autonome da ogni punto di vista: l’energia, l’acqua, il riscaldamento, tutto completamente autoprodotto.


Dopo il progetto che ha visto sorgere 20 villette ecologiche e autosufficienti a Follonica, di cui abbiamo avuto modo di parlare su questo blog, adesso lo studio di architettura di Mario Cucinella e la Fabbrica del Sole, presentano un piano ancora più avveniristico.

La casa “senza reti” – e peraltro, senza bollette – è stata presentata alla fiera campionaria di Milano, organizzata dalla Fondazione Symbola dal 7 al 10 maggio.

L'idea è di utilizzare solo le risorse offerte dal territorio su cui si costruisce l’edifico.

L'energia proviene da fonti rinnovabili ed è accumulata nei momenti di picco producendo idrogeno: visto che manca il collegamento alla rete elettrica non c'è bisogno dell'inverter perché si può usare la corrente continua senza trasformarla (in questo modo si evitano sprechi e si migliora l'efficienza del sistema). I rifiuti vengono riciclati. Per la telefonia si adopera un ponte radio. Per regolare la temperatura degli ambienti si usano la coibentazione spinta degli edifici e le pompe di calore. Per l'acqua basta quella piovana raccolta in vasche e riciclata.


Il primo prototipo è stato costruito ad Arezzo, città dove ha sede La Fabbrica del Sole, uno dei due promotori del progetto.

L’unico punto debole è lo spazio necessario a fornire una quantità di risorse e di energia tali da soddisfare il fabbisogno degli individui: si calcola che per una casa abitata da 4 persone siano necessari 2 ettari di terreno.


giovedì 7 maggio 2009

Api Stressate!



Da una ricerca dell’ Università di Milano si evince che il cambiamento climatico ha portato le api a “lavorare troppo”

Mercoledì su questo blog abbiamo parlato del ritorno delle api nella Pianura Padana. Oggi vi segnaliamo una ricerca realizzata dal Centro di ricerche in bioclimatologia medica, biotecnologie e medicine naturali dell'Università degli studi di Milano con la collaborazione di Agrofarma. Da essa risulta che i cambiamenti climatici degli ultimi decenni e il surriscaldamento del pianeta hanno mandato in tilt gli “orologi biologici” delle api; gli insetti, che hanno un’attività frenetica nelle stagioni calde, lavorerebbero così molto di più durante l’anno, anche nei mesi che dovrebbero essere freddi e il cui clima è ora sempre più mite. Insieme all’uso di pesticidi e all’azione di parassiti come la verroa, il cambiamento della temperatura terrestre contribuisce per il 50% al fenomeno della morìa massiccia delle api. Delle ripercussioni economiche ed ambientali che tale tipo di fenomeno apporta ne abbiamo già accennato Mercoledì.
La comunità scientifica sta lanciando allarmi a ripetizione sugli effetti che la mano dell’uomo ha su ecosistemi ed ambiente e sulle ripercussioni che sull’uomo stesso si abbatteranno. Adesso la palla passa ai governi di tutto il mondo.

Spiagge pulite

Buone notizie a poche settimane dall'inizio dell'estate.
Come ormai ogni anno, la Fondazione per l’educazione ambientale assegna alle spiagge italiane le bandiere blu, simbolo di pulizia e vivibilità


Dodici spiagge in più rispetto allo scorso anno sono contenute nella lista delle 227 località che hanno ricevuto l’ambito riconoscimento.

Il record spetta ancora una volta a Toscana e Marche, con 16 bandiere a testa, seguite da Abruzzo e Campania.


L’Itala si colloca al quinto posto tra i paesi del Mediterraneo in questa speciale classifica, dopo Grecia, Spagna, Turchia e Francia.


La valutazione si basa non solo sulla pulizia del mare ma anche sulle misure adottate a favore del turismo sostenibile e dell'educazione ambientale. Dagli impianti di depurazione allo smaltimento dei rifiuti, dalle aree pedonali alle piste ciclabili e alle aree verdi. Ed ancora la cura dell'arredo urbano e delle spiagge e la possibilità di accesso al mare anche per i disabili.


English Version

Clean beaches

Good news a few weeks before summer's beginning.
Like every year, the Foundation for Environmental Education awards the Italian beaches with "blue flags", a symbol of cleanliness and liveability
More twelve beaches than last year are included in the list of 227 locations that have received the honor.
The record belongs to Tuscany and Marche, both with 16 flags, followed by Abruzzo and Campania.
Italy is in fifth place among the Mediterranean countries in this special classification, after Greece, Spain, Turkey and France.
The assessment is based not only sea cleanliness but also on measures taken to promote sustainable tourism and environmental education. From sewage treatment plants for disposal of waste, pedestrian areas and cycle paths to green areas. In addition, streets and beaches' furniture care and possibility of access to the sea even for disabled people.

mercoledì 6 maggio 2009

BENTORNATE API!


La Pianura Padana ritrova le sue api. Sembra il titolo di una fiaba, ed è invece la felice conseguenza del divieto d’uso dei neonicotinoidi, pesticidi particolarmente dannosi, che dal Settembre scorso protegge l’area. L’utilizzo di sostanze tossiche per l’agricoltura era e resta un problema in tutto il mondo, e la morìa di api ne è un sintomo forte; gli animaletti a strisce gialle e nere si sono infatti dimezzati tra il 2007 e il 2008.

Le conseguenze di questo “sterminio” non vanno sottovalutate: non è solo l’apicoltura come hobby a rischio, ma i settori produttivi che senza l’opera impollinatrice delle api non avrebbero modo di esistere; spiega Matteo Ansanelli, agronomo della Cia (Confederazione Italiana Agricoltori) , che se un melo è a una distanza massima di 300 metri da un alveare produce 26 chili di mele all'anno, quantità che si riduce a soli nove chili se è invece in un raggio di un chilometro e mezzo.




Ovvio l’apprezzamento unanime dal mondo dell’agricoltura, non ultimo il ministro per le Politiche Agricole Luca Zaia, tra l’altro apicoltore per passione, che parla di vittoria delle api sulle multinazionali.
English Version
Welcome back, bees!
Po Valley finds his bees. It seems a title of a fairy tale, but that it is the happy consequence of the prohibition on the use of neonicotinoids, particularly harmful pesticides, which protects the area since September last year . Toxic substances using on Agriculture was (and remains) a problem throughout the world, and the mortality of bees is a so strong symptom, that yellow and black striped insects will have halved between 2007 and 2008. The consequences of this "extermination" should not be underestimated: it is not only beekeeping as a hobby at risk, but the productive sectors that work without the pollination of bees so they would not have to exist, says Matteo Ansanelli, agronomist of Italian Farmer Association, that if an apple tree is at a maximum distance of 300 meters from a hive produces 26 kilos of apples a year, that amount is reduced to just nine kilograms when it is in a radius of 1.5 kilometre. Obviously there's unanimous appreciation from the world of agriculture, not least the Minister of Agriculture Luca Zaia, among other beekeeper for passion, which speaks of victory of bee on multinationals.

lunedì 4 maggio 2009

Cellulari non ecocompatibili


Dove buttate un cellulare che non funziona più? Non è una domanda fatta a caso, perché lo smaltimento di un telefonino è di norma assai difficile, come rivela un’inchiesta di Altroconsumo pubblicata sul numero di Maggio della rivista.

Sono stati analizzati 19 apparecchi telefonici portatili (10 a scorrimento e 9 monoblocco) e i risultati non sono certo incoraggianti: la metà non sono ecocompatibili e non riciclabili. Sotto la lente d’ingrandimento soprattutto la mancata possibilità di smontare i dispositivi in tutti i microcomponenti così da facilitare le operazioni di riciclaggio degli stessi. E se pensiamo che in Italia la vita media di un telefonino non supera l’anno e mezzo e che in un anno se ne vendono circa 17 milioni, appare evidente che il pericolo ambientale è fondato. Sostanze come il nichel e i composti organici volatili (Cov), contenuti in vernici e colle spesso di cattiva fattura che vengono rilasciate nell’ambiente durante tutto il ciclo produttivo prima e di smaltimento poi.

Altroconsumo sottolinea che per costruire “100 grammi di telefonino occorrono 30 chilogrammi di materiali, molti dei quali tossici e dannosi per l'ambiente". Ma la produzione a quanto pare non è in disaccordo con le leggi vigenti. E sono infatti quest’ultime sul banco degli imputati, accusate di essere fin troppo permissive.

Soluzioni suggerite sono la vendita separata di componenti e accessori e la standardizzazione degli stessi per telefoni diversi, la predisposizione degli apparecchi per due schede (così da evitare comportamenti da “manager” con più telefoni), la sostituzione del caricabatterie tradizionale con uno Usb, ma soprattutto la consegna da parte dell’utente del telefono da buttare alle apposite “piazzole ecologiche” o al negozio dove si è comprato.

Vedi anche qui e qui !

Fonte . http://www.repubblica.it/

giovedì 30 aprile 2009

Dal Senato il no al Protocollo di Kyoto


Tempo fa su questo blog abbiamo segnalato le posizioni di alcuni “negazionisti dell’effetto serra”; sinceramente in quel momento ci è sembrata una cosa irritante ma che sarebbe finita lì. E invece il nostro paese sa sempre stupirci. Il Presidente della Commissione Ambiente al Senato, l’on. Antonio D’Alì, ha infatti espresso, in accordo con la mozione presentata da Dell’Utri, Nania e Poli Bortone (i “negazionisti”), l’opinione che l’Italia avrebbe fatto male a sottoscrivere il Protocollo di Kyoto, e con la motivazione che “ è un fallimento perché non è stato firmato da tutti […] e l'Italia non ha valutato la capacità e la struttura dell'economia nazionale per raggiungere quei risultati” che,a parere del senatore, “erano già di per sé degli obiettivi irraggiungibili”.
Per D’alì la strada da intraprendere è la clausola di revisione del pacchetto UE sull’ambiente, prevista per Marzo 2010, che in sostanza metterà un’ulteriore zavorra sulla lotta ai cambiamenti climatici da parte del Bel Paese.
Il senatore conclude adducendo come motivazione delle sue intenzioni al rispetto delle varie posizioni sull’ambiente e non solo quelle dell’IPCC (Intergovernamental Panel on Climate Change, in pratica la massima autorità scientifico-politica in materia di cambiamenti ambientali), a suo avviso viziate pesantemente da certi fondamentalismi ambientali.

domenica 26 aprile 2009

Obama, l'Italia e le energie rinnovabili














“I tempi in cui gli Stati Uniti rallentavano i colloqui e le iniziative sul clima sono finiti.”

Parte dall’Iowa nel giorno dell’earth day la campagna per la rivoluzione energetica di Barack Obama. Secondo il presidente degli Stati Uniti, infatti, la sfida dell’energia pulita non è più rinviabile: un paese che vuole restare leader mondiale deve restare necessariamente all’avanguardia in questo senso.

La prima mossa è un investimento pari a 11 miliardi di dollari sull’energia eolica, che secondo gli esperti della casa bianca potrebbe arrivare a soddisfare entro il 2030 il 20% del fabbisogno energetico statunitense, creando ben 250mila nuovi posti di lavoro.


Eco-compatibilità è la parola chiave: sono previste riconversioni e modernizzazioni delle grandi strutture, degli edifici pubblici, dei mezzi di trasporto e sono stati stanziati anche ingenti finanziamenti per lo sviluppo di nuovi modelli d’auto ecologiche.

Gli Stati Uniti puntano decisi verso le energie rinnovabili, e dello stesso avviso sono i ministri dell’ambiente del G8 riuniti a Siracusa. Secondo le analisi le energie rinnovabili diverranno, a livello globale, una fetta di mercato in crescita a discapito sia delle fonti tradizionali (gas, petrolio) sia del nucleare.


Grossa sorpresa, quindi, per chi, in Italia, punta al rilancio proprio dell’energia atomica come primario mezzo di rinnovamento energetico.

Tanto più che proprio nel nostro paese si sono disattese tutte le previsioni internazionali di sviluppo delle energie rinnovabili. Negli ultimi 18 anni, infatti sono aumentate del 4,5% le importazioni di energia dell’estero; e l’unica soluzione proposta è quella di costruire centrali nucleari di vecchia generazione, con una scelta che gli altri paesi, cosiddetti avanzati stanno gradualmente abbandonando.

Nel frattempo si rifiuta segnatamente il piano europeo che ci chiede, al contrario, di produrre il 17% del fabbisogno energetico attraverso fonti rinnovabili.


Insomma, se oltreoceano l’aria sembra cambiata, nel nostro paese si registra un comportamento in forte controtendenza. Ancora una volte arretrata e poco cosciente dei problemi reali del pianeta, l’Italia rischia di restare fuori da quello che potrebbe essere il vero punto di svolta in chiave economica ed ambientale: il rinnovamento energetico.



venerdì 24 aprile 2009

Giovanni Sartori sull'ambiente


Oggi l'editoriale del Corriere della Sera è un fondo di uno dei maggiori politologi del nostro tempo, Giovanni Sartori, il quale fa il punto, come sempre in poche righe ma con grande lucidità ed impatto, sulla situazione del nostro pianeta in rapporto all'uso che ne fa l'uomo. Vi consiglio vivamente questa lettura:


Una terra verde produce meglio

di Giovanni Sartori

La Terra come sta? Di recente abbiamo avuto tanti terribili dispiaceri — dal terremoto all’Aquila alla depressione economica globale—che lo stato di salute del nostro pianetino (che diventa tanto più piccolo quanto più i suoi abitanti diventano numerosi) è stato quasi dimenticato. Il 22 aprile è stata celebrata, nel mondo, la «giornata della Terra». Da noi questa celebrazione è passata quasi inosservata. L’importante notizia resta che, dopo le sciagurate presidenze Bush, gli Stati Uniti di Obama si stanno rapidamente sensibilizzando anche al problema ecologico. E un po’ anche la nostra Confindustria (Marcegaglia dixit).

Ma è proprio vero che il surriscaldamento del nostro pianetino sia opera dell’uomo, che sia colpa nostra? Il sempre più sparuto plotone di scienziati che lo nega pur sempre ammette che le emissioni inquinanti dell’uomo contribuiscono, nell’ordine di almeno un 25%, all’effetto serra e quindi alla alterazione del clima. Anche se così fosse (e per i più così non è) in ogni caso non vedo perché non ci si debba impegnare a oltranza nel combattere la catastrofe climatica che ci minaccia. Ciò premesso, il problema non è solo il clima. E’ anche che manca, e mancherà sempre più, l’acqua potabile, o comunque l’acqua per l’agricoltura. Dal che consegue che nelle zone povere e sovrappopolate mancherà il cibo, e quindi che in Africa, India e anche in Cina incombe la minaccia di terribili carestie. Non basta.

Un ulteriore problema è che per sopravvivere in tanti, in troppi, abbiamo sempre più bisogno di energia, mentre le nostre riserve di energia (a cominciare dal petrolio) sono in via di esaurimento; e non ci sarà, temo, vento o sole che bastino per soddisfare la fame di energia dei sette miliardi di esseri umani ai quali presto arriveremo, per non parlare dei nove miliardi stimati da infauste previsioni. Tutti i suddetti problemi non esisterebbero se fossimo ancora i tre miliardi di quando io nascevo. Il che equivale a dire che la popolazione della Terra non deve crescere ma diminuire. Elementare, mi sembra. Ma per la Chiesa l’argomento è tabù. E anche il grosso degli economisti ha sinora puntato su uno «sviluppismo » (arricchismo?) infinito, come se noi vivessimo in uno spazio illimitato provvisto di risorse inesauribili. Il guaio è che da gran tempo gli economisti leggono solo se stessi e che si sono chiusi anche loro nella propria nicchia specialistica.

Così come i giuristi evadono dai problemi della realtà dichiarandoli extra-giuridici, alla stessa stregua gli economisti eliminano i problemi che non sanno o non vogliono affrontare sotto la voce externalities, di effetti esterni che non li riguardano. Vedi caso, tra queste externalities c’è l’inquinamento dell’atmosfera e dell’acqua, la deforestazione selvaggia che desertifica il suolo e, insomma, tutti i problemi posti dal tracollo ecologico. Eppure è di tutta evidenza che il danno ambientale già prodotto è enorme e che comporterà costi enormi di riparazione e di ripristino. Ammesso che non sia già troppo tardi. Dio non voglia.

E’ vero che al momento l’emissione dei gas inquinanti sta calando; ma è perché siamo in una recessione che chiude industrie. E un male che ne scaccia un altro non è la soluzione del problema. Per questo rispetto la soluzione è di capire che l’avvenire dello sviluppo industriale è la sua riconversione in un’economia «verde» di risparmio energetico.

24 aprile 2009 Fonte: www.corriere.it

mercoledì 22 aprile 2009

Giornata Mondiale della Terra 2009


Scienziati, divi del cinema e gente comune uniti per far si che questa non sia una giornata di sole celebrazioni. Iniziative a favore dell’ambiente trovano terreno fertile in questa Giornata Mondiale della Terra 2009. Così la neo-centaenaria Rita Levi Montalcini ammonisce i giovani a non pensare solo a se stessi e l’attore Harrison Ford invita tutti ad evitare gli sprechi d’acqua. Lo sguardo si focalizza sulla nascente collaborazione tra le associazioni intergovernative che si occupano di tutela dell’ambiente e biodiversità anche in seno all’ONU, come il Panel on Climate Change e la Paltform on Biodiversity and Ecosystem . L’obiettivo è quello di gettare un ponte tra la comunità scientifica e quella politica. Le denunce dei gruppi ambientalisti per l’inquinamento troppo spesso tollerato in molti paesi si interseca con l’inaugurazione degli appartamenti di Follonica dei quali abbiamo già parlato in questo blog. Il fondatore dell’evento, Denis Hayes, parla di un grande successo e di crescita costante dell’Earth Day dalla prima edizione ad oggi. Nel 1970 erano infatti 20 milioni di americani a partecipare, mentre oggi sono 200 milioni di persone sparse in 175 paesi a prendere parte alla Giornata dedicata al nostro pianeta. Stasera a Roma mega concerto a Piazza del Popolo durante il quale si esibiranno, tra gli altri, Ben Harper e i Subsonica.

domenica 19 aprile 2009

A Proposito di Rifiuti Elettronici…


Ieri abbiamo raccontato del blitz di Greenpeace al ministero dell’Ambiente; a proposito postiamo il video del servizio di Giulio Golia delle Iene a proposito dei pericolosissimi rifiuti elettronici (puntata di Venerdì 17 Aprile)


Vai al video

sabato 18 aprile 2009

Alla ricerca dell'Oasi perduta



Se vi dovesse capirtare di imbattervi oggi in una popolazione di Panda in pieno centro città, a Roma, non preoccupatevi.

Sono 1600 i panda in cartapesta esposti a piazza del Popolo dal WWF, per promuovere la tradizionale Giornata Oasi.

Domenica 19 aprile, infatti, le risorse naturali della celebre associazione ambientalista saranno aperte e visitabili gratuitamente. La lista delle oasi comprende l’intero territorio nazionale, dal Piemonte, dove si riapre il Bosco Tenso, alla Calabria dove sarà possibile passare la domenica nella riserva del Lago dell’Angitoria. L’elenco delle oasi è disponibile sul sito del wwf.

L’organizzazione della giornata delle Oasi, non può, ovviamente prescindere da ciò che è avvenuto solo poco tempo fa in Abruzzo. La raccolta fondi Oasi sarà infatti in gran parte destinata alle zone terremotate e il WWF mette anche a disposizione le foresterie delle riserve abruzzesi e marchigiane, come posti letto per coloro che, nel sisma, hanno perso la casa.

Anche gli studenti universitari di Scienze Ambientali dell'Università de L'Aquila riceveranno assistenza e logistica per consentire il completamento del corso di studio. Infine durante l'estate, il Wwf offrirà la partecipazione ad alcuni campi estivi ai bambini che provengono dalle zone colpite dal sisma nel periodo post emergenziale.

Da ormai vent’anni la giornata delle Oasi del WWF rappresenta un momento importante perché permette di avere un contatto diretto con gli effetti di una vera azione di protezione ambientale, permette di vedere che anche oggi, nel ventunesimo secolo, un mondo più verde è ancora possibile.



Blitz di Greenpeace al ministero dell'Ambiente














Gli attivisti di Greenpeace hanno messo in atto un blitz di protesta di fronte all'entrata del
ministero dell'Ambiente per segnalare la disattenzione dell'organo governativo in materia di rifiuti elettronici, altamente tossici.

La ministra Stefania Prestigiacomo è stata rappresentata come "bella addormentata" sui rifiuti.



Fonte: http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/09_aprile_17/greeen_elettronici-1501195195610.shtml

Tutta una questione di spazio...

Questa foto mi sembra eloquente di quali sarebbero i vantaggi della riduzione dell'uso delle automobili in città anche per chi non è sensibile ai problemi dell'ambiente...

venerdì 17 aprile 2009

Anche lo Spamming Produce Gas Serra


Anche la spazzatura fatta di bit contribuisce all’effetto serra. Incredibile ma vero, da un report di McAfee emerge come l’energia spesa per creare, inviare, ricevere, visualizzare e filtrare lo spam, la tanto odiata posta che intasa le caselle e-mail di milioni di utenti, a livello globale ammonta a 33 miliardi di kilowatt/ora, pari all’energia necessaria ad alimentare circa 2,5 milioni di abitazioni. L’ inquinamento prodotto sarebbe invece quello di oltre 3 milioni di automobili. Ogni e-mail spazzatura, dunque, è alla causa di un’emissione di 0,3 grammi di CO2, la stessa che si produce guidando per un metro. Per Saperne di Più
In English...
Spamming pollutes too
It seems to be incredible, but bit-made junk is one of greenhouse effect’s causes. According to a McAfee report, energy spent so send, receive and filter spam, most hated emails that block email boxes of thousand Internet users, on a global scale amounts to 33 thousand millions of kilowatt-hour. Just like necessary energy to feed 2,5 millions houses. Generated pollution should be like more than 3 millions cars. So, every spam produces an CO2 emission of 0,3 g, the same produced by driving for a meter.

giovedì 16 aprile 2009

QUEL DOSSIER DIMENTICATO



Che ci fossero responsaiblità e negligenze dietro il gran numero di vittime del terremoto in Abruzzo lo sospettavamo un pò tutti. Adesso iniziano a venire fuori elementi concreti.

1999. Dieci anni fa Franco Barberi, all’epoca sottosegretario alla Protezione Civile, fu promotore di uno studio sull’esposizione ai pericoli di eventuali terremoti delle strutture del Sud Italia. L’onere dell’impresa fu affidato all’Istituto di Ricerca sul rischio sismico, diretto ai tempi dal prof. Vincenzo Petrini. I risultati del dossier non erano rosei ma nelle parole di Petrini erano utili al fine di promuovere un’azione “di stima dell’ordine di grandezza dei costi che è necessario sopportare per la riduzione del rischio” e messa in atto delle procedure per la messa a norma degli edifici.

FASCIA B. Nello specifico, si dividevano in fasce (per rischio sismico decrescente) i comuni interessati dallo studio e se ne tracciava un identikit di “vulnerabilità”. Nella fascia A il comune più grande era Avezzano, già colpito nel 1915 da un devastante terremoto che lasciò in piedi una sola abitazione, sulla quale campeggia ancora oggi una targa a ricordo del nefasto evento. Il territorio marsicano risultò però ben organizzato, con gli 87 immobili esaminati tutti a vulnerabilità sismica «bassa» o «medio- bassa».
L’Aquila fu invece inserita in fascia B, e all’interno di essa fu l’unica a presentare evidenti problemi, soprattutto in edifici come la Prefettura, il Conservatorio, le sedi universitarie, la Biblioteca provinciale, l’ex Accademia e tutte quelle altre strutture che a dieci anni di distanza si sono prostrate di fronte alla forza della natura trascinando sotto le macerie i propri inquilini.
La pericolosità delle strutture veniva imputata alla scarsa presenza di cemento armato e alla bassa qualità dei materiali con i quali molti edifici erano stati tirati su. Nel presentare i risultati Barberi dichiarava : “appare indispensabile che questo patrimonio di dati costituisca linea di indirizzo costante per l’avviamento a soluzione dei complessi problemi legati alla sicurezza del territorio interessato dal rischio sismico, in una corale accettazione di responsabilità da parte di tutti gli organismi interessati”.

LA LISTA. La Protezione Civile abruzzese ed in particolare l’ingegner Pierluigi Caputi, a capo dello stesso organismo, ritennero utile uno studio più approfondito, in modo da richiedere il prima possibile i finanziamenti per la ristrutturazione degli edifici a rischio. La lista che ne uscì fuori è oggi nelle mani degli inquirenti che indagano sulle negligenze che ci hanno portato a vedere 300 bare una di fianco all’altra.


Visualizza L'Aquila e Avezzano in una mappa di dimensioni maggiori



Fonti: www.corriere.it www.lastampa.it