giovedì 30 aprile 2009
Dal Senato il no al Protocollo di Kyoto
Tempo fa su questo blog abbiamo segnalato le posizioni di alcuni “negazionisti dell’effetto serra”; sinceramente in quel momento ci è sembrata una cosa irritante ma che sarebbe finita lì. E invece il nostro paese sa sempre stupirci. Il Presidente della Commissione Ambiente al Senato, l’on. Antonio D’Alì, ha infatti espresso, in accordo con la mozione presentata da Dell’Utri, Nania e Poli Bortone (i “negazionisti”), l’opinione che l’Italia avrebbe fatto male a sottoscrivere il Protocollo di Kyoto, e con la motivazione che “ è un fallimento perché non è stato firmato da tutti […] e l'Italia non ha valutato la capacità e la struttura dell'economia nazionale per raggiungere quei risultati” che,a parere del senatore, “erano già di per sé degli obiettivi irraggiungibili”.
Per D’alì la strada da intraprendere è la clausola di revisione del pacchetto UE sull’ambiente, prevista per Marzo 2010, che in sostanza metterà un’ulteriore zavorra sulla lotta ai cambiamenti climatici da parte del Bel Paese.
Il senatore conclude adducendo come motivazione delle sue intenzioni al rispetto delle varie posizioni sull’ambiente e non solo quelle dell’IPCC (Intergovernamental Panel on Climate Change, in pratica la massima autorità scientifico-politica in materia di cambiamenti ambientali), a suo avviso viziate pesantemente da certi fondamentalismi ambientali.
domenica 26 aprile 2009
Obama, l'Italia e le energie rinnovabili
“I tempi in cui gli Stati Uniti rallentavano i colloqui e le iniziative sul clima sono finiti.”
Parte dall’Iowa nel giorno dell’earth day la campagna per la rivoluzione energetica di Barack Obama. Secondo il presidente degli Stati Uniti, infatti, la sfida dell’energia pulita non è più rinviabile: un paese che vuole restare leader mondiale deve restare necessariamente all’avanguardia in questo senso.
La prima mossa è un investimento pari a 11 miliardi di dollari sull’energia eolica, che secondo gli esperti della casa bianca potrebbe arrivare a soddisfare entro il 2030 il 20% del fabbisogno energetico statunitense, creando ben 250mila nuovi posti di lavoro.
Eco-compatibilità è la parola chiave: sono previste riconversioni e modernizzazioni delle grandi strutture, degli edifici pubblici, dei mezzi di trasporto e sono stati stanziati anche ingenti finanziamenti per lo sviluppo di nuovi modelli d’auto ecologiche.
Gli Stati Uniti puntano decisi verso le energie rinnovabili, e dello stesso avviso sono i ministri dell’ambiente del G8 riuniti a Siracusa. Secondo le analisi le energie rinnovabili diverranno, a livello globale, una fetta di mercato in crescita a discapito sia delle fonti tradizionali (gas, petrolio) sia del nucleare.
Grossa sorpresa, quindi, per chi, in Italia, punta al rilancio proprio dell’energia atomica come primario mezzo di rinnovamento energetico.
Tanto più che proprio nel nostro paese si sono disattese tutte le previsioni internazionali di sviluppo delle energie rinnovabili. Negli ultimi 18 anni, infatti sono aumentate del 4,5% le importazioni di energia dell’estero; e l’unica soluzione proposta è quella di costruire centrali nucleari di vecchia generazione, con una scelta che gli altri paesi, cosiddetti avanzati stanno gradualmente abbandonando.
Nel frattempo si rifiuta segnatamente il piano europeo che ci chiede, al contrario, di produrre il 17% del fabbisogno energetico attraverso fonti rinnovabili.
Insomma, se oltreoceano l’aria sembra cambiata, nel nostro paese si registra un comportamento in forte controtendenza. Ancora una volte arretrata e poco cosciente dei problemi reali del pianeta, l’Italia rischia di restare fuori da quello che potrebbe essere il vero punto di svolta in chiave economica ed ambientale: il rinnovamento energetico.
venerdì 24 aprile 2009
Giovanni Sartori sull'ambiente
di Giovanni Sartori
mercoledì 22 aprile 2009
Giornata Mondiale della Terra 2009
domenica 19 aprile 2009
A Proposito di Rifiuti Elettronici…
Ieri abbiamo raccontato del blitz di Greenpeace al ministero dell’Ambiente; a proposito postiamo il video del servizio di Giulio Golia delle Iene a proposito dei pericolosissimi rifiuti elettronici (puntata di Venerdì 17 Aprile)
Vai al video
sabato 18 aprile 2009
Alla ricerca dell'Oasi perduta
Se vi dovesse capirtare di imbattervi oggi in una popolazione di Panda in pieno centro città, a Roma, non preoccupatevi.
Sono 1600 i panda in cartapesta esposti a piazza del Popolo dal WWF, per promuovere la tradizionale Giornata Oasi.
Domenica 19 aprile, infatti, le risorse naturali della celebre associazione ambientalista saranno aperte e visitabili gratuitamente. La lista delle oasi comprende l’intero territorio nazionale, dal Piemonte, dove si riapre il Bosco Tenso, alla Calabria dove sarà possibile passare la domenica nella riserva del Lago dell’Angitoria. L’elenco delle oasi è disponibile sul sito del wwf.
L’organizzazione della giornata delle Oasi, non può, ovviamente prescindere da ciò che è avvenuto solo poco tempo fa in Abruzzo. La raccolta fondi Oasi sarà infatti in gran parte destinata alle zone terremotate e il WWF mette anche a disposizione le foresterie delle riserve abruzzesi e marchigiane, come posti letto per coloro che, nel sisma, hanno perso la casa.
Anche gli studenti universitari di Scienze Ambientali dell'Università de L'Aquila riceveranno assistenza e logistica per consentire il completamento del corso di studio. Infine durante l'estate, il Wwf offrirà la partecipazione ad alcuni campi estivi ai bambini che provengono dalle zone colpite dal sisma nel periodo post emergenziale.
Da ormai vent’anni la giornata delle Oasi del WWF rappresenta un momento importante perché permette di avere un contatto diretto con gli effetti di una vera azione di protezione ambientale, permette di vedere che anche oggi, nel ventunesimo secolo, un mondo più verde è ancora possibile.
Blitz di Greenpeace al ministero dell'Ambiente
Gli attivisti di Greenpeace hanno messo in atto un blitz di protesta di fronte all'entrata del
ministero dell'Ambiente per segnalare la disattenzione dell'organo governativo in materia di rifiuti elettronici, altamente tossici.
La ministra Stefania Prestigiacomo è stata rappresentata come "bella addormentata" sui rifiuti.
Fonte: http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/09_aprile_17/greeen_elettronici-1501195195610.shtml
Tutta una questione di spazio...
venerdì 17 aprile 2009
Anche lo Spamming Produce Gas Serra
giovedì 16 aprile 2009
QUEL DOSSIER DIMENTICATO
Che ci fossero responsaiblità e negligenze dietro il gran numero di vittime del terremoto in Abruzzo lo sospettavamo un pò tutti. Adesso iniziano a venire fuori elementi concreti.
1999. Dieci anni fa Franco Barberi, all’epoca sottosegretario alla Protezione Civile, fu promotore di uno studio sull’esposizione ai pericoli di eventuali terremoti delle strutture del Sud Italia. L’onere dell’impresa fu affidato all’Istituto di Ricerca sul rischio sismico, diretto ai tempi dal prof. Vincenzo Petrini. I risultati del dossier non erano rosei ma nelle parole di Petrini erano utili al fine di promuovere un’azione “di stima dell’ordine di grandezza dei costi che è necessario sopportare per la riduzione del rischio” e messa in atto delle procedure per la messa a norma degli edifici.
FASCIA B. Nello specifico, si dividevano in fasce (per rischio sismico decrescente) i comuni interessati dallo studio e se ne tracciava un identikit di “vulnerabilità”. Nella fascia A il comune più grande era Avezzano, già colpito nel 1915 da un devastante terremoto che lasciò in piedi una sola abitazione, sulla quale campeggia ancora oggi una targa a ricordo del nefasto evento. Il territorio marsicano risultò però ben organizzato, con gli 87 immobili esaminati tutti a vulnerabilità sismica «bassa» o «medio- bassa».
L’Aquila fu invece inserita in fascia B, e all’interno di essa fu l’unica a presentare evidenti problemi, soprattutto in edifici come la Prefettura, il Conservatorio, le sedi universitarie, la Biblioteca provinciale, l’ex Accademia e tutte quelle altre strutture che a dieci anni di distanza si sono prostrate di fronte alla forza della natura trascinando sotto le macerie i propri inquilini.
La pericolosità delle strutture veniva imputata alla scarsa presenza di cemento armato e alla bassa qualità dei materiali con i quali molti edifici erano stati tirati su. Nel presentare i risultati Barberi dichiarava : “appare indispensabile che questo patrimonio di dati costituisca linea di indirizzo costante per l’avviamento a soluzione dei complessi problemi legati alla sicurezza del territorio interessato dal rischio sismico, in una corale accettazione di responsabilità da parte di tutti gli organismi interessati”.
LA LISTA. La Protezione Civile abruzzese ed in particolare l’ingegner Pierluigi Caputi, a capo dello stesso organismo, ritennero utile uno studio più approfondito, in modo da richiedere il prima possibile i finanziamenti per la ristrutturazione degli edifici a rischio. La lista che ne uscì fuori è oggi nelle mani degli inquirenti che indagano sulle negligenze che ci hanno portato a vedere 300 bare una di fianco all’altra.
Visualizza L'Aquila e Avezzano in una mappa di dimensioni maggiori
Fonti: www.corriere.it www.lastampa.it
martedì 7 aprile 2009
Allegli ambientalisti: le sfide ecologiche della produzione vinicola
Dopo anni di discussioni e proposte sulla sostenibilità della produzione di vini, nell’edizione di quest’anno, che si è chiusa il 6 aprile a Verona, sono stati presentati alcuni importanti progetti.
Il primo riguarda la diffusione dei vini prodotti da uve biologiche, un tipo di produzione che appare essere pronto ad uscire dalla nicchia nella quale sembrava chiuso fino a qualche tempo fa.
L’attenzione dei curiosi e degli ambientalisti si è, però, soffermata su tutto ciò che c’è intorno al prodotto.
Nel corso della manifestazione sono state presentate proposte innovative legate alla sostenibilità dei materiali usati per l’imballaggio e l’imbottigliamento del vino.
Ecco alcuni esempi:
La casa vinicola Caldirola ha presentato la bottiglia in alluminio (dal nome W! Al Generation), riciclabile al 100% come il vetro ma, a differenza di questo, molto meno pesante e, quindi, più velocemente raffredable in frigorifero, qualità che permette un forte risparmio energetico.
La strada della maggior leggerezza è stata scelta anche dalla Cantina di Soave, casa vinicola veronese che ha lanciato slim, bottiglia iper-leggera prodotta per il 90% da vetro riciclato.
Altro elemento sul quale si sono introdotte importanti innovazioni sono le etichette: Pommery, la casa produttrice di champagne francese, ha introdotto Pop Earth, etichetta prodotta con carta riciclata, mentre la Rotas di Treviso ha giocato la carta della biodegradabilità con l’etichetta Biolabel.
Ancora più futuristica la soluzione da Allegrini di Fiumane da Valpolicella, che ha proposto la cosiddetta etichetta parlante: basta una speciale penna-laser per far partire dall’etichetta una voce che racconta storia della casa vinicola e caratteristiche del vino, con un enorme risparmio di carta.
English Version
Ecologicals challenges for wine industry
Vinitaly, the most important Italian event about wine production, open to environmental challenges. In 2009 edition, ended on April 6th, some interesting projects was presented, like distibuction of wine product by biological-growed grapes, a kind of production that doesn’t appears anymore an elite sector.
Many proposal was linked up to materials used to package and bottle wine. Here’s any example.
Caldirola wine company introduced an aluminum bottle, totally renewable, lighter and quickly cooler than a glass bottle, a quality that permit a large energy saving. A way choosed by Cantina di Soave too. The Verona’s wine firm introduceded “Slim”, an hyper-light bottle produced with recycled glass.
Another important field open to innovation is represented by labels. Pommery, French champagne producer, presented Pop Earth, recycled paper label; while Rotas, firm of Treviso, played the card of biodegradability with Biolabel.
Even more futuristic solution to Allegrini, who proposed a “speaking label”; a special pen-laser, focused on the label, starting a voice that tells the history of company and characteristics of wine, with a huge savings of paper.
lunedì 6 aprile 2009
SOLIDARIETA' ALL'ABRUZZO
sabato 4 aprile 2009
La Francia e gli spioni del Nucleare
Sembra il titolo di un nuovo libro sulla guerra fredda, invece è la sintesi di quello che è successo oltralpe solo pochi giorni fa.
A svelare lo scandalo è stata la stampa francese. Secondo una serie di inchieste, due alti funzionari della Edf (éléctricité de France), il colosso energetico francese che controlla tutti i reattori nucleari del paese, si sono resi protagonisti di una vera e propria opera di spionaggio nei confronti di Greenpeace e dell’associazione francese Sortir du nucleaire.
I fatti risalgono al 2006 e sono collegati alla pubblicazione, da parte proprio della sezione francese di Greenpeace, di un documento tecnico. La pubblicazione, che sollevò molte polemiche, mostrava la scarsa sicurezza di un impianto nucleare di terza generazione EPR, in caso di attacco aereo, smentendo, in sostanza, le conclusioni presentate dalla Edf.
Per ora la versione presentata dall’Edf è quella che un singolo haker all’interno dei servizi segreti sia entrato nei computer di Greepeace; mentre Jadot, ex responsabile della campagna anti-nucleare dell’associazione ambientalista afferma che “E' scioccante che un'azienda statale si sia avvalsa di ex agenti dei servizi segreti per spiare un gruppo ambientalista, ma dubito che abbia potuto fare tutto un solo hacker".
In una nota Greenpeace si dice scioccata da quanto emerso e mette in evidenza come l’industria nucleare si dimostri ancora una volta poco propensa al dialogo, al libero dibattito e alla democrazia.
English Version
A nuclear French Affair
It seems to be a title of a new best-seller about Cold War, but that’s what really happened in France a few days ago.
According to any press investigation, two managers of EDF (Electricitè de France, a society that controls all reactors in this country) should be involved in a spy story towards Greenpeace and the french association “Sortir du nuclear”.
It started in 2006 with a Greenpeace report, which shows lacking safety measures of a EPR third generation nuclear station in case of air attack. This publication aroused many controversy, because it denied EDF’s statement.
For now EDF’s version of the matter is about an hacker of secret services, whom should be hacked Greenpeace’s servers. While Jadot, former responsable of antinuclear campaing taken by ecologist association, says: “It’shocking that a public company had make use of secret services to spy an ecologist group. I don’t believe that’s a lonely hacker work”
In a press release, Greenpeace profess his irritation for what is happened and highlights how nuclear industry had proved, one more time, his dislike to dialogue, free discussion and democracy
venerdì 3 aprile 2009
Negazionisti dell'Effetto Serra!
JEREMY RIFKIN : “IN ITALIA NON CI SARANNO REATTORI”
L’economista guru della “green economy” ha scommesso sul fallimento del progetto nucleare nel nostro paese partendo da semplici quanto importanti dati: "Oggi in tutto il mondo sono presenti 439 centrali che realizzano solo il 5% dell'energia, quindi per poter arrivare ad avere un impatto sul clima (ridurre le emissioni di anidride carbonica) dovrebbero produrre il 20% dell'energia totale, ma questo significherebbe costruire tre centrali ogni trenta giorni per 10 anni, visto che ne sarebbero necessarie 2.000 […] nel 2025 le scorte di uranio si esauriranno; già non c'è abbastanza acqua per raffreddare i reattori, basti pensare che solo la Francia utilizza il 40% delle risorse idriche a questo scopo".
Dopo aver indicato come soluzione reale al problema energia la costruzione di abitazioni che si auto-alimentano con sole e vento e quant’altro di rinnovabile (ai lettori affezionati non sfuggirà il riferimento a Follonica) la natura ci abbia regalato, Rifkin sul problema delle scorie afferma che "non sappiamo ancora come trasportarle e stoccarle. Gli Stati Uniti hanno investito 8 miliardi di dollari in 18 anni per stoccare i residui all'interno di montagne dove avrebbero dovuto restare al sicuro per quasi 10 mila anni. Bene, hanno già cominciato a contaminare l'area […] Pensate che l'Italia sia in grado di fare meglio di noi?". Noi, nel nostro piccolo, non lo pensiamo affatto.
Fonte: http://www.lanuovaecologia.it/
ENGLISH VERSION
Jeremy Rifkin: “There won’t be nuclear in Italy”
Keeping on nuclear topic, we point out the speech taken by Jeremy Rifkin in Sapienza – University of Rome, on Banca Etica’s ten years celebration. The economist, a real guru of green economy, has bet on failure of our country nuclear project, starting by simples but importants data: “In all around the world there are 439 stations, which produce only 5% of energy. So, to have an impact on climate and reduce CO2 emissions, these should produce 20% of total energy; but this means to build three new stations every months per ten years, because will be necessary 2000 stations. Uranium stores will exhaust in 2025. There’s not enough water to cool reactors yet: France use 40% of your own water resources in order to that”
After suggesting a real solution to solve energy problems as self-feeding houses, using solar energy, wind and every possible renewable sources (our followers certainly remember the example of Follonica), Rifkin talks about radioactive waste question: “We still don’t know how carry out and stock them. US Government has invested 8 thousand billions of dollars in 18 years, to stock waste inside mountains, where should have been safe for almost 10000 years. Well, it started to contaminate yet. Do you think that Italy would be able to do it better than us?” Onestly, we don’t believe it at all.