domenica 26 aprile 2009

Obama, l'Italia e le energie rinnovabili














“I tempi in cui gli Stati Uniti rallentavano i colloqui e le iniziative sul clima sono finiti.”

Parte dall’Iowa nel giorno dell’earth day la campagna per la rivoluzione energetica di Barack Obama. Secondo il presidente degli Stati Uniti, infatti, la sfida dell’energia pulita non è più rinviabile: un paese che vuole restare leader mondiale deve restare necessariamente all’avanguardia in questo senso.

La prima mossa è un investimento pari a 11 miliardi di dollari sull’energia eolica, che secondo gli esperti della casa bianca potrebbe arrivare a soddisfare entro il 2030 il 20% del fabbisogno energetico statunitense, creando ben 250mila nuovi posti di lavoro.


Eco-compatibilità è la parola chiave: sono previste riconversioni e modernizzazioni delle grandi strutture, degli edifici pubblici, dei mezzi di trasporto e sono stati stanziati anche ingenti finanziamenti per lo sviluppo di nuovi modelli d’auto ecologiche.

Gli Stati Uniti puntano decisi verso le energie rinnovabili, e dello stesso avviso sono i ministri dell’ambiente del G8 riuniti a Siracusa. Secondo le analisi le energie rinnovabili diverranno, a livello globale, una fetta di mercato in crescita a discapito sia delle fonti tradizionali (gas, petrolio) sia del nucleare.


Grossa sorpresa, quindi, per chi, in Italia, punta al rilancio proprio dell’energia atomica come primario mezzo di rinnovamento energetico.

Tanto più che proprio nel nostro paese si sono disattese tutte le previsioni internazionali di sviluppo delle energie rinnovabili. Negli ultimi 18 anni, infatti sono aumentate del 4,5% le importazioni di energia dell’estero; e l’unica soluzione proposta è quella di costruire centrali nucleari di vecchia generazione, con una scelta che gli altri paesi, cosiddetti avanzati stanno gradualmente abbandonando.

Nel frattempo si rifiuta segnatamente il piano europeo che ci chiede, al contrario, di produrre il 17% del fabbisogno energetico attraverso fonti rinnovabili.


Insomma, se oltreoceano l’aria sembra cambiata, nel nostro paese si registra un comportamento in forte controtendenza. Ancora una volte arretrata e poco cosciente dei problemi reali del pianeta, l’Italia rischia di restare fuori da quello che potrebbe essere il vero punto di svolta in chiave economica ed ambientale: il rinnovamento energetico.



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