venerdì 26 giugno 2009
Ufficio Risparmio Energetico, Terza Parte
martedì 23 giugno 2009
Ufficio Risparmio Energetico, Parte Seconda
sabato 20 giugno 2009
Ufficio Risparmio Energetico
Come fare la nostra piccola parte quando siamo al lavoro magari davanti ad un computer? Innanzitutto la posizione della scrivania e del Pc devono essere ottimizzate in relazione alle finestre, in modo da sfruttare la luce naturale potenzialmente per tutte le ore lavorative; per lo stesso motivo, evitare tendaggi troppo scuri o troppo chiari. Spegnere sempre le luci in stanze non occupate può sembrare un consiglio ovvio; lo è meno quello di usare lampade fluorescenti al posto delle normali lampadine: funzionando con reattori elettronici, consumano meno. E’ comunque utile dotarsi in generale di lampadine a risparmio energetico, ormai facilmente reperibili sul mercato e non più sproporzionatamente costose rispetto alle altre. Importante è che gli elettrodomestici (compresi pc e tv) vengano sempre sempre sempre spenti dagli appositi pulsanti e non lasciati in stand-by, condizione nella quale sono in grado di consumare altissime percentuali di energia; se tutti gli italiani seguissero questo consiglio, si potrebbero spegnere tre centrali elettriche di media potenza!
Per i consigli sul “refrigeramento stanza” e l’utilizzo di acqua e carta, appuntamento al prossimo post!
Fonte: Il Risparmio Energetico in Ufficio-Agenzia delle Entrate
mercoledì 17 giugno 2009
L'Ambiente conviene!
I maggiori meriti vanno a Germania e Spagna, prime della classe nell'eolico (qui si aggiunge la Danimarca ex aequo) e nell'enrgia solare. Naturalmente in tutto questo l'Italia arriva sempre a metà partita: se nel mercato tedesco ci sono 17.400 impiegati per il solare termico, in Italia il dato è 3.000. Possiamo sperare che l'Europa unita sia ancora una volta uno stimolo ad uscire da alcune sabbie mobili per il nostro paese, le cui istituzioni dovrebbero impegnarsi di più nel finanziare le imprese ecocompatibili in tutti gli strati del mercato, e investire di più nella divulgazione delle nuove norme/agevolazioni soprattutto per piccole e micro-imprese. Solo così si innescherà quel circolo virtuoso che ci permettrà di ritrovarci ad abitare questo pianeta ancora per secoli.
domenica 14 giugno 2009
Perchè no?
mercoledì 10 giugno 2009
Tartarughe, calabresi per prime
venerdì 5 giugno 2009
Volterra dice no alle energie rinnovabili
RINNOVABILE VIETATO - Il colmo per le energie rinnovabili? Semplice, deturpare il territorio.
Non è l’ultima barzelletta da bar, è quello che succede a Volterra, provincia di Pisa. Il comune, noto per essere location della saga vampirica di Twilight, è il primo posto in Italia a vietare l’energia pulita. Mentre in Puglia si va decisi verso l’eolico, un po’ più su le cose sono diverse.
Un’ordinanza comunale impedisce, infatti l’installazione in tutto il territorio comunale, borgo e colline toscane, di impianti eolici standard e limita l’uso dei pannelli solari. Non installabili nella cittadina, quest’ultimi, ma solo in siti industriali e, per uso proprio, in zone fuori le mura di non particolare pregio.
LE MOTIVAZIONI - Le motivazioni della singolare ordinanza riguardano la difesa dello scorcio paesaggistico: Volterra è, infatti, uno di più suggestivi centri cittadini di tipo medievale.
“Una decisione saggia che tutela il paesaggio e il valore artistico della nostra città - spiega il sindaco Cesare Bartaloni (Pd) -. Un provvedimento che non è contro l’energia rinnovabile. Non si possono issare pale enormi accanto a campanili e cattedrali o deturpare i tetti di antichi palazzi da sfilze di pannelli solari”.
GLI AMBIENTALISTI - Diversa l’opinione delle associazioni ambientaliste, secondo cui è un vero controsenso che proprio a Volterra, “Comune famoso per aver autorizzato industrie chimiche a deturpare il sottosuolo e ad inquinare i fiumi”, sia stata presa questa decisione che, tra l’altro, altera anche i rapporti di concorrenza economica, sfavorendo le aziende che operano nell’ambiente.
I Verdi e le altre associazioni ambientaliste hanno annunciato una marcia dimostrativa proprio a Volterra.
AMBIENTE E PAESAGGIO - In effetti è complesso immaginare pali eolici accanto a torri medievali, o pannelli solari sul tetto di costrizioni vecchie secoli e uniche al mondo. Ma siamo sicuri che qualcuno non abbia trovato, a suo tempo, insensato installare tralicci elettrici negli stessi posti? In quel caso la forza del progresso, per una strana congiuntura corrispondente a quella delle potenze economiche, ha avuto la meglio.
E se il progresso di oggi fossero le energie rinnovabili? Si può fermare tutto solo per non cambiare il paesaggio?
Visualizza Volterra (PI) in una mappa di dimensioni maggiori
mercoledì 3 giugno 2009
Anche Volvo punta sull’ibrido

Continuiamo ad occuparci di auto ecocompatibili. Dove si carica la batteria? E’ la domanda che spesso si pongono gli automobilisti di fronte ai progetti di auto elettriche o ibride. Così varie case automobilistiche hanno pensato di sviluppare, in parallelo alle automobili rispettose dell’ambiente in cui si muovono, partnership con aziende energetiche immerse nel campo delle emissioni zero; dalla Nissan alla Daimler ( coinvolte tra le altre l’azienda lombarda A2A e l’Enel), arriva ora il turno della Volvo, che sigla un accordo con la svedese Vattenfall.


sabato 30 maggio 2009
A Firenze il futuro della terra
TERRA FUTURA, FIRENZE - Buone pratiche di vita e di governo verso un futuro sostenibile: Terra Futura, la mostra-convegno sulla sostenibilità ambientale arriva alla sua sesta edizione.
L’evento si è aperto, infatti, ieri, venerdì 29 maggio, nell’area espositiva della Fortezza dal Basso, a Firenze, e andrà avanti fono a domenica 31 maggio (il programma).
IL TEMA - La green economy e le sue possibilità sono al centro dell’edizione di quest’anno, e proprio a questo tema è dedicata la maggior parte degli appuntamenti della mostra. Perché questo tema? Secondo gli organizzatori di Terra Futura, i dati parlano chiaro: In un solo anno, nel mondo, sono aumentati di 1,5 milioni gli ettari di terreni coltivati con metodi di agricoltura biologica (32 milioni per 1,2 milioni di produttori) e sono in crescita anche i fatturati delle aziende che, nei più svariati campi produttivi, sono certificate dal punto di vista bio ed ecosostenibile.
Al centro dei dibattiti e dei seminari, dunque, commercio equo, responsabilità sociale d'impresa, finanza etica, agricoltura biologica, diritti umani, ambiente, energie rinnovabili, turismo responsabile.
GLI EVENTI - Tra gli eventi segnaliamo la prima “borsa delle imprese responsabili”, un momento d’incontro tra aziende private e enti pubblici attenti al tema della responsabilità e della sostenibilità ambientale.
In esposizione, poi, tutta una serie di esempi virtuosi: dall'Electrolux, salvata dalla riconversione all’energia solare, al turismo sostenibile; dal latte alla spina alle filiere corte, dall'agricoltura sociale alla sostenibilità abitativa, dalla prima «cola» preparata con ingredienti del commercio equo agli articoli di cartoleria realizzati utilizzando gli escrementi di elefante ed evitando il taglio di alberi per produrre carta, fino al forno alimentato con l'energia solare per produrre pizze ecologiche.
VERSO UN MONDO SOSTENIBILE - Sullo sfondo, la società contemporanea, nella quale i temi dell’ambiente si coniugano con le nuove teconologie, la guerra, la solidarietà, lo sport e il welfare.
Il messaggio di Terra Futura è chiaro: non si tratta solo di ecologia, né solo di economia. L’intero stile di vita dovrebbe essere riconvertito in modo sostenibile, tanto più che la crisi economica ci ha messo di fronte agli errori e alle storture del modello di vita che fin’ora abbiamo seguito.
E mentre Legambiente lancia l’ennesimo allarme sul global warning, siamo alla vigilia del G8 a L’Aquila, dove i grandi del pianeta dovranno rispondere alle attese di chi vorrebbe finalmente vedere azioni concrete per la salvaguardia del pianeta.
Terra Futura è una realtà ormai affermata dove questi temi sono affrontati con competenza, dove si propongono soluzioni e dove si guarda al futuro sotto una luce diversa…una luce verde, ovviamente.
lunedì 25 maggio 2009
La Puglia innamorata del vento
Fonte : http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/
sabato 23 maggio 2009
Arriva il telefono solare
Se l’energia solare può illuminare un’abitazione, o addirittura un’intera città, perché non dovrebbe permettere di ricaricare un semplice telefono cellulare?
A rispondere a questa semplicissima domanda ci ha pensato Sharp, che pochi giorni fa ha lanciato sul mercato, lo Sharp Hybrid 936 SH
Nel cellulare è integrato un piccolo pannello solare con dei moduli fotovoltaici che possono ricaricare la batteria del telefono. In ogni caso questo telefonino può essere ricaricato anche nel modo classico, utilizzando il caricabatterie da collegare alla rete elettrica.
Inoltre, per non sprecare neanche un raggio, il Solar Hybrid è in grado di ricaricarsi automaticamente durante l’uso all’aperto, ed è dotato di un rivestimento che lo rende completamente impermeabile all’acqua.
La casa produttrice giapponese ha, così, risposto a un problema sollevato da più parti, e messo in evidenza anche in occasione dell’earth day dello scorso 22 aprile: lo spreco di energia legato ai cellulari – spesso tenuti sotto carica più del necessario – è pari all’energia utilizzata per illuminare ben 85 mila case in un anno.
Per ora i mini-pannelli solari sono solo un’alternativa in caso di necessità, qualora non si potesse caricare il telefono tramite la rete elettrica, ma pensiamo che questi piccoli passi segnino la direzione da seguire per salvare il pianeta da una crisi ambientale annunciata, quanto troppo spesso sottovalutata.
venerdì 22 maggio 2009
L'talia da Salvare
domenica 17 maggio 2009
I lettori di Green World bocciano la Prestigiacomo
venerdì 15 maggio 2009
La mobilità ad aria compressa
Logico che novità come queste suscitino diffidenze, ma una importante conferma della genuinità del progetto è data da un esperto di motori del giornale londinese The Guardian che, recatosi a Carros, sede centrale della MDI, ha certificato il funzionamento del veicolo. Inoltre, dall’aeroporto Schiphol di Amsterdam fanno sapere che dal prossimo mese alcune auto di servizio, già elettriche, saranno sostituite da “Airpod”.
Il costo delle attuali vetture, dotate di tre ruote e capaci di ospitare 3 persone, è di circa 3500 euro. Ma è già in cantiere un modello avanzato dotato di cinque porte e capace di raggiungere i 110 km orari. Senza contare la sperimentazione di modelli ibridi per i viaggi più lunghi. Queste nuove sperimentazioni saranno presentate sul mercato a fine anno, e se dovessero funzionare, sarebbero potenzialmente applicabili ad ogni mezzo di trasporto di terra e di mare oggi conosciuto, dai taxi alle barche. Serve sottolineare la svolta?
Visualizza Carros in una mappa di dimensioni maggiori
mercoledì 13 maggio 2009
Casa Ecologica: tutta salute!
Sotto la lente i problemi di salute che possono scaturire dall’uso di sostanze tossiche nella struttura, dalla presenza di campi elettromagnetici e dalla mancanza di luce naturale.
Spesso i materiali cementosi dei pavimenti emettono esalazioni plastiche aggravate dalla mancanza di aperture verso l’esterno.
Il tutto può costare un po’ di più, ma ne va, oltre che della salute del pianeta, anche della propria in termini diretti: in una casa ecologica si respira aria pulita, con tutti i vantaggi sistema respiratorio e cardiocircolatorio.
sabato 9 maggio 2009
arrivano le case senza rete - e senza bollette.
Abitazioni off grid
Abitazioni, gruppi di edifici o intere aree industriali totalmente autonome da ogni punto di vista: l’energia, l’acqua, il riscaldamento, tutto completamente autoprodotto.
Dopo il progetto che ha visto sorgere 20 villette ecologiche e autosufficienti a Follonica, di cui abbiamo avuto modo di parlare su questo blog, adesso lo studio di architettura di Mario Cucinella e la Fabbrica del Sole, presentano un piano ancora più avveniristico.
La casa “senza reti” – e peraltro, senza bollette – è stata presentata alla fiera campionaria di Milano, organizzata dalla Fondazione Symbola dal 7 al 10 maggio.
L'idea è di utilizzare solo le risorse offerte dal territorio su cui si costruisce l’edifico.
L'energia proviene da fonti rinnovabili ed è accumulata nei momenti di picco producendo idrogeno: visto che manca il collegamento alla rete elettrica non c'è bisogno dell'inverter perché si può usare la corrente continua senza trasformarla (in questo modo si evitano sprechi e si migliora l'efficienza del sistema). I rifiuti vengono riciclati. Per la telefonia si adopera un ponte radio. Per regolare la temperatura degli ambienti si usano la coibentazione spinta degli edifici e le pompe di calore. Per l'acqua basta quella piovana raccolta in vasche e riciclata.
Il primo prototipo è stato costruito ad Arezzo, città dove ha sede La Fabbrica del Sole, uno dei due promotori del progetto.
L’unico punto debole è lo spazio necessario a fornire una quantità di risorse e di energia tali da soddisfare il fabbisogno degli individui: si calcola che per una casa abitata da 4 persone siano necessari
giovedì 7 maggio 2009
Api Stressate!

Mercoledì su questo blog abbiamo parlato del ritorno delle api nella Pianura Padana. Oggi vi segnaliamo una ricerca realizzata dal Centro di ricerche in bioclimatologia medica, biotecnologie e medicine naturali dell'Università degli studi di Milano con la collaborazione di Agrofarma. Da essa risulta che i cambiamenti climatici degli ultimi decenni e il surriscaldamento del pianeta hanno mandato in tilt gli “orologi biologici” delle api; gli insetti, che hanno un’attività frenetica nelle stagioni calde, lavorerebbero così molto di più durante l’anno, anche nei mesi che dovrebbero essere freddi e il cui clima è ora sempre più mite. Insieme all’uso di pesticidi e all’azione di parassiti come la verroa, il cambiamento della temperatura terrestre contribuisce per il 50% al fenomeno della morìa massiccia delle api. Delle ripercussioni economiche ed ambientali che tale tipo di fenomeno apporta ne abbiamo già accennato Mercoledì.
La comunità scientifica sta lanciando allarmi a ripetizione sugli effetti che la mano dell’uomo ha su ecosistemi ed ambiente e sulle ripercussioni che sull’uomo stesso si abbatteranno. Adesso la palla passa ai governi di tutto il mondo.
Spiagge pulite
Buone notizie a poche settimane dall'inizio dell'estate.
Come ormai ogni anno, la Fondazione per l’educazione ambientale assegna alle spiagge italiane le bandiere blu, simbolo di pulizia e vivibilità
Dodici spiagge in più rispetto allo scorso anno sono contenute nella lista delle 227 località che hanno ricevuto l’ambito riconoscimento.
Il record spetta ancora una volta a Toscana e Marche, con 16 bandiere a testa, seguite da Abruzzo e Campania.
L’Itala si colloca al quinto posto tra i paesi del Mediterraneo in questa speciale classifica, dopo Grecia, Spagna, Turchia e Francia.
La valutazione si basa non solo sulla pulizia del mare ma anche sulle misure adottate a favore del turismo sostenibile e dell'educazione ambientale. Dagli impianti di depurazione allo smaltimento dei rifiuti, dalle aree pedonali alle piste ciclabili e alle aree verdi. Ed ancora la cura dell'arredo urbano e delle spiagge e la possibilità di accesso al mare anche per i disabili.
English Version
Clean beaches
Good news a few weeks before summer's beginning.
Like every year, the Foundation for Environmental Education awards the Italian beaches with "blue flags", a symbol of cleanliness and liveability
More twelve beaches than last year are included in the list of 227 locations that have received the honor.
The record belongs to Tuscany and Marche, both with 16 flags, followed by Abruzzo and Campania.
Italy is in fifth place among the Mediterranean countries in this special classification, after Greece, Spain, Turkey and France.
The assessment is based not only sea cleanliness but also on measures taken to promote sustainable tourism and environmental education. From sewage treatment plants for disposal of waste, pedestrian areas and cycle paths to green areas. In addition, streets and beaches' furniture care and possibility of access to the sea even for disabled people.
mercoledì 6 maggio 2009
BENTORNATE API!
Ovvio l’apprezzamento unanime dal mondo dell’agricoltura, non ultimo il ministro per le Politiche Agricole Luca Zaia, tra l’altro apicoltore per passione, che parla di vittoria delle api sulle multinazionali.
lunedì 4 maggio 2009
Cellulari non ecocompatibili

Dove buttate un cellulare che non funziona più? Non è una domanda fatta a caso, perché lo smaltimento di un telefonino è di norma assai difficile, come rivela un’inchiesta di Altroconsumo pubblicata sul numero di Maggio della rivista.
Sono stati analizzati 19 apparecchi telefonici portatili (10 a scorrimento e 9 monoblocco) e i risultati non sono certo incoraggianti: la metà non sono ecocompatibili e non riciclabili. Sotto la lente d’ingrandimento soprattutto la mancata possibilità di smontare i dispositivi in tutti i microcomponenti così da facilitare le operazioni di riciclaggio degli stessi. E se pensiamo che in Italia la vita media di un telefonino non supera l’anno e mezzo e che in un anno se ne vendono circa 17 milioni, appare evidente che il pericolo ambientale è fondato. Sostanze come il nichel e i composti organici volatili (Cov), contenuti in vernici e colle spesso di cattiva fattura che vengono rilasciate nell’ambiente durante tutto il ciclo produttivo prima e di smaltimento poi.
Altroconsumo sottolinea che per costruire “100 grammi di telefonino occorrono 30 chilogrammi di materiali, molti dei quali tossici e dannosi per l'ambiente". Ma la produzione a quanto pare non è in disaccordo con le leggi vigenti. E sono infatti quest’ultime sul banco degli imputati, accusate di essere fin troppo permissive.
Soluzioni suggerite sono la vendita separata di componenti e accessori e la standardizzazione degli stessi per telefoni diversi, la predisposizione degli apparecchi per due schede (così da evitare comportamenti da “manager” con più telefoni), la sostituzione del caricabatterie tradizionale con uno Usb, ma soprattutto la consegna da parte dell’utente del telefono da buttare alle apposite “piazzole ecologiche” o al negozio dove si è comprato.
Vedi anche qui e qui !
Fonte . http://www.repubblica.it/
giovedì 30 aprile 2009
Dal Senato il no al Protocollo di Kyoto

Tempo fa su questo blog abbiamo segnalato le posizioni di alcuni “negazionisti dell’effetto serra”; sinceramente in quel momento ci è sembrata una cosa irritante ma che sarebbe finita lì. E invece il nostro paese sa sempre stupirci. Il Presidente della Commissione Ambiente al Senato, l’on. Antonio D’Alì, ha infatti espresso, in accordo con la mozione presentata da Dell’Utri, Nania e Poli Bortone (i “negazionisti”), l’opinione che l’Italia avrebbe fatto male a sottoscrivere il Protocollo di Kyoto, e con la motivazione che “ è un fallimento perché non è stato firmato da tutti […] e l'Italia non ha valutato la capacità e la struttura dell'economia nazionale per raggiungere quei risultati” che,a parere del senatore, “erano già di per sé degli obiettivi irraggiungibili”.
Per D’alì la strada da intraprendere è la clausola di revisione del pacchetto UE sull’ambiente, prevista per Marzo 2010, che in sostanza metterà un’ulteriore zavorra sulla lotta ai cambiamenti climatici da parte del Bel Paese.
Il senatore conclude adducendo come motivazione delle sue intenzioni al rispetto delle varie posizioni sull’ambiente e non solo quelle dell’IPCC (Intergovernamental Panel on Climate Change, in pratica la massima autorità scientifico-politica in materia di cambiamenti ambientali), a suo avviso viziate pesantemente da certi fondamentalismi ambientali.
domenica 26 aprile 2009
Obama, l'Italia e le energie rinnovabili

“I tempi in cui gli Stati Uniti rallentavano i colloqui e le iniziative sul clima sono finiti.”
Parte dall’Iowa nel giorno dell’earth day la campagna per la rivoluzione energetica di Barack Obama. Secondo il presidente degli Stati Uniti, infatti, la sfida dell’energia pulita non è più rinviabile: un paese che vuole restare leader mondiale deve restare necessariamente all’avanguardia in questo senso.
La prima mossa è un investimento pari a 11 miliardi di dollari sull’energia eolica, che secondo gli esperti della casa bianca potrebbe arrivare a soddisfare entro il 2030 il 20% del fabbisogno energetico statunitense, creando ben 250mila nuovi posti di lavoro.
Eco-compatibilità è la parola chiave: sono previste riconversioni e modernizzazioni delle grandi strutture, degli edifici pubblici, dei mezzi di trasporto e sono stati stanziati anche ingenti finanziamenti per lo sviluppo di nuovi modelli d’auto ecologiche.
Gli Stati Uniti puntano decisi verso le energie rinnovabili, e dello stesso avviso sono i ministri dell’ambiente del G8 riuniti a Siracusa. Secondo le analisi le energie rinnovabili diverranno, a livello globale, una fetta di mercato in crescita a discapito sia delle fonti tradizionali (gas, petrolio) sia del nucleare.
Grossa sorpresa, quindi, per chi, in Italia, punta al rilancio proprio dell’energia atomica come primario mezzo di rinnovamento energetico.
Tanto più che proprio nel nostro paese si sono disattese tutte le previsioni internazionali di sviluppo delle energie rinnovabili. Negli ultimi 18 anni, infatti sono aumentate del 4,5% le importazioni di energia dell’estero; e l’unica soluzione proposta è quella di costruire centrali nucleari di vecchia generazione, con una scelta che gli altri paesi, cosiddetti avanzati stanno gradualmente abbandonando.
Nel frattempo si rifiuta segnatamente il piano europeo che ci chiede, al contrario, di produrre il 17% del fabbisogno energetico attraverso fonti rinnovabili.
Insomma, se oltreoceano l’aria sembra cambiata, nel nostro paese si registra un comportamento in forte controtendenza. Ancora una volte arretrata e poco cosciente dei problemi reali del pianeta, l’Italia rischia di restare fuori da quello che potrebbe essere il vero punto di svolta in chiave economica ed ambientale: il rinnovamento energetico.
venerdì 24 aprile 2009
Giovanni Sartori sull'ambiente
di Giovanni Sartori
mercoledì 22 aprile 2009
Giornata Mondiale della Terra 2009

domenica 19 aprile 2009
A Proposito di Rifiuti Elettronici…

Ieri abbiamo raccontato del blitz di Greenpeace al ministero dell’Ambiente; a proposito postiamo il video del servizio di Giulio Golia delle Iene a proposito dei pericolosissimi rifiuti elettronici (puntata di Venerdì 17 Aprile)
Vai al video
sabato 18 aprile 2009
Alla ricerca dell'Oasi perduta

Se vi dovesse capirtare di imbattervi oggi in una popolazione di Panda in pieno centro città, a Roma, non preoccupatevi.
Sono 1600 i panda in cartapesta esposti a piazza del Popolo dal WWF, per promuovere la tradizionale Giornata Oasi.
Domenica 19 aprile, infatti, le risorse naturali della celebre associazione ambientalista saranno aperte e visitabili gratuitamente. La lista delle oasi comprende l’intero territorio nazionale, dal Piemonte, dove si riapre il Bosco Tenso, alla Calabria dove sarà possibile passare la domenica nella riserva del Lago dell’Angitoria. L’elenco delle oasi è disponibile sul sito del wwf.
L’organizzazione della giornata delle Oasi, non può, ovviamente prescindere da ciò che è avvenuto solo poco tempo fa in Abruzzo. La raccolta fondi Oasi sarà infatti in gran parte destinata alle zone terremotate e il WWF mette anche a disposizione le foresterie delle riserve abruzzesi e marchigiane, come posti letto per coloro che, nel sisma, hanno perso la casa.
Anche gli studenti universitari di Scienze Ambientali dell'Università de L'Aquila riceveranno assistenza e logistica per consentire il completamento del corso di studio. Infine durante l'estate, il Wwf offrirà la partecipazione ad alcuni campi estivi ai bambini che provengono dalle zone colpite dal sisma nel periodo post emergenziale.
Da ormai vent’anni la giornata delle Oasi del WWF rappresenta un momento importante perché permette di avere un contatto diretto con gli effetti di una vera azione di protezione ambientale, permette di vedere che anche oggi, nel ventunesimo secolo, un mondo più verde è ancora possibile.
Blitz di Greenpeace al ministero dell'Ambiente

Gli attivisti di Greenpeace hanno messo in atto un blitz di protesta di fronte all'entrata del
ministero dell'Ambiente per segnalare la disattenzione dell'organo governativo in materia di rifiuti elettronici, altamente tossici.
La ministra Stefania Prestigiacomo è stata rappresentata come "bella addormentata" sui rifiuti.

Fonte: http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/09_aprile_17/greeen_elettronici-1501195195610.shtml
Tutta una questione di spazio...
venerdì 17 aprile 2009
Anche lo Spamming Produce Gas Serra

giovedì 16 aprile 2009
QUEL DOSSIER DIMENTICATO

Che ci fossero responsaiblità e negligenze dietro il gran numero di vittime del terremoto in Abruzzo lo sospettavamo un pò tutti. Adesso iniziano a venire fuori elementi concreti.
1999. Dieci anni fa Franco Barberi, all’epoca sottosegretario alla Protezione Civile, fu promotore di uno studio sull’esposizione ai pericoli di eventuali terremoti delle strutture del Sud Italia. L’onere dell’impresa fu affidato all’Istituto di Ricerca sul rischio sismico, diretto ai tempi dal prof. Vincenzo Petrini. I risultati del dossier non erano rosei ma nelle parole di Petrini erano utili al fine di promuovere un’azione “di stima dell’ordine di grandezza dei costi che è necessario sopportare per la riduzione del rischio” e messa in atto delle procedure per la messa a norma degli edifici.
FASCIA B. Nello specifico, si dividevano in fasce (per rischio sismico decrescente) i comuni interessati dallo studio e se ne tracciava un identikit di “vulnerabilità”. Nella fascia A il comune più grande era Avezzano, già colpito nel 1915 da un devastante terremoto che lasciò in piedi una sola abitazione, sulla quale campeggia ancora oggi una targa a ricordo del nefasto evento. Il territorio marsicano risultò però ben organizzato, con gli 87 immobili esaminati tutti a vulnerabilità sismica «bassa» o «medio- bassa».
L’Aquila fu invece inserita in fascia B, e all’interno di essa fu l’unica a presentare evidenti problemi, soprattutto in edifici come la Prefettura, il Conservatorio, le sedi universitarie, la Biblioteca provinciale, l’ex Accademia e tutte quelle altre strutture che a dieci anni di distanza si sono prostrate di fronte alla forza della natura trascinando sotto le macerie i propri inquilini.
La pericolosità delle strutture veniva imputata alla scarsa presenza di cemento armato e alla bassa qualità dei materiali con i quali molti edifici erano stati tirati su. Nel presentare i risultati Barberi dichiarava : “appare indispensabile che questo patrimonio di dati costituisca linea di indirizzo costante per l’avviamento a soluzione dei complessi problemi legati alla sicurezza del territorio interessato dal rischio sismico, in una corale accettazione di responsabilità da parte di tutti gli organismi interessati”.
LA LISTA. La Protezione Civile abruzzese ed in particolare l’ingegner Pierluigi Caputi, a capo dello stesso organismo, ritennero utile uno studio più approfondito, in modo da richiedere il prima possibile i finanziamenti per la ristrutturazione degli edifici a rischio. La lista che ne uscì fuori è oggi nelle mani degli inquirenti che indagano sulle negligenze che ci hanno portato a vedere 300 bare una di fianco all’altra.
Visualizza L'Aquila e Avezzano in una mappa di dimensioni maggiori
Fonti: www.corriere.it www.lastampa.it